di Antonino Di Sclafani
Su l'ultimo numero de "La Rocca" ho pubblicato l'articolo che segue. A quanto pare il suo contenuto ha già fatto discutere e siccome il confronto e la dialettica sono segno di maturità ho pensato di affidare alle colonne del Guglielmo questi pensieri. Chi vuole potrà commentare (ilguglielmonews@gmail.com), nel rispetto delle regole del Blog (no anonimato), così da aprire un dibattito e chissà, tra qualche settimana, organizzare un evento. Buona lettura. Nino Ds.
Il titolo di questo breve articolo è
volutamente provocatorio. Più che ostentare certezze è mia intenzione seminare
dubbi. Per cui preferirò lanciare interrogativi che possano suscitare nel
lettore una riflessione seria e consapevole.
Siamo alle prese con un integralismo
islamico che attraverso il terrorismo sta seminando morte e paura in tutta
Europa. L'ISIS continua con profitto il progetto che fu di Al-Qaeda e prima
ancora dei Talebani, di Hamas, dei Ceceni, dei mujaheddin e via discorrendo. E' altresì innegabile che dall'altro fronte
si colgono rigurgiti integralisti di matrice religiosa in quasi tutti gli
attori del quadro geopolitico. Partiamo dagli israeliani impegnati in una
guerra di difesa dal terrorismo palestinese dove la componente religiosa è
assai invadente: questa è la Terra Promessa, Dio ce l'ha data e guai a chi la
tocca. Come non leggere tra le righe delle cerimonie pubbliche di Putin
un'intima connessione con la Chiesa Ortodossa dei cui valori egli si erge a
paladino, nonostante l'ingombrante passato di capo del KGB sovietico e
comunista? E ancora, di recente, i toni dei candidati repubblicani, Trump in
primis, non stanno rispolverando un lessico da scontro di civiltà dove la
parola Crociata torna ad essere riabilitata e, sommessamente, riprende a
sussurrarsi "Dio lo vuole"? Tra l'altro gli Usa sono il terreno in
cui tutti questi estremi convivono non certo pacificamente. Si veda l'ultima
incursione mortale contro una clinica che pratica aborti; lì è accettabile come
principio che i militanti dei movimenti pro-life sparino ai medici abortisti.
Dunque se quasi tutto il pianeta è
disposto a scannarsi a vicenda in nome di un Dio, il proprio, per difendere la
verità, la propria, dalla contaminazione dell'altro, delle sue idee e delle sue
convinzioni, non è che forse stiamo sbagliando qualcosa? Eliminare la religione
dalla nostra vita potrebbe essere una soluzione?
Possiamo altresì negare che esiste
anche l'integralismo laicista che irride e demonizza chiunque trovi in una Fede
una ragione di esistenza e di consolazione e che spesso è altrettanto
irragionevole dell'ortodossia religiosa?
E poi, dietro a tutte queste guerre
di religione, crociate e jihad, siamo certi che ci siano solo questioni
spirituali e di metafisica consistenza? Convincere un ragazzo ad imbottirsi di
esplosivo e farsi esplodere con il fine
di destabilizzare, creare panico e, chissà, far aumentare il prezzo del
petrolio, non sarebbe certo possibile. Inculcargli nella mente che con quel gesto
si guadagnerà il paradiso e sarà ricordato come un martire della guerra santa
forse è fattibile. Convincere l'opinione
pubblica a stanziare in tempi di crisi miliardi di dollari o euro in armamenti
potrebbe essere non accettabile, cavalcare l'onda dell'allarme sociale che il
terrorismo genera tra la gente rende facile ciò che prima sembrava impossibile.
Vuoi vedere che si tornerà a parlare di F-35?
Se esiste un Dio, Allah, Yahweh,
Krisna, Bhudda etc, che ha creato il mondo e l'uomo che lo abita, deve
necessariamente essere un'Entità di Amore, un difensore della vita, che
condanna la violenza e che predica il rispetto, la pace e la fratellanza tra
gli uomini. Tutte le versioni alternative che abbiamo di Lui sono frutto solo
della nostra mala fede che ci spinge a indorare di sacralità la nostra
cupidigia ed il nostro egoismo!
Nino Di Sclafani
SE FACESSIMO A MENO DELLA RELIGIONE ?
I COMMENTI
E LA REPLICA
Ai tre interventi o, meglio posizioni, attirate
dall’articolo di Nino Di Sclafani , che potete consultare in calce all’articolo
(http://ilguglielmo.blogspot.it/2015/12/se-facessimo-meno-della-religione.html) puntuale
giunge la replica dello stesso.
Non
c’è che dire! La provocazione ha funzionato. Senza di essa non avremmo potuto
confrontarci con i tre preziosi contributi che seguono il mio articolo.
Ma andiamo con ordine.
Non posso che concordare con P.M. sul
bisogno di religione dell’uomo, la dimensione della trascendenza è insita nella
nostra natura bio-psicologica e nonostante il progresso tecnologico e
l’evoluzione (o involuzione?) nichilista, con buona pace di Nietsche & Co.,
Dio è tutt’altro che morto. L’idolatria laicista, o peggio, feticista, presente
negli esempi di Lenin o Mao, è riscontrabile,
anche se sommessamente, pure nei culti per Hitler e Mussolini, che sopravvivono
in frange estremiste e xenofobe della società contemporanea. Il vecchio adagio
marxiano della “Religione oppio dei popoli” rappresentava, quando fu
pronunciato a metà ottocento, un’efficace analisi della realtà europea, oggi è
superato in quanto la presenza di armi di distrazione di massa è molto più
articolata e mirata ad oppi di ben altra natura a più diffuso radicamento nella
contemporaneità ( Internet, Social Networks, Talent Show, Moda e Fashion,
Idolatria Tecno, Reality, etc.).
La lettura che fa Girard (La violenza ed
il sacro – Adelphi) è abbastanza datata (1972) ed incentrata sui miti
greco-romani e sull’impianto antropologico del sacrificio in ambiente rituale
ebraico-cristiano. Chissà cosa avrebbe scritto oggi vedendo le esecuzioni
“rituali” dei tagliagole dell’ISIS. Permane comunque per l’autore francese un
certo allarmato disincanto nei confronti del sacro definito in quell’opera “ciò
che domina l'uomo tanto più agevolmente quanto più l'uomo si crede capace di
dominarlo”.
A proposito di tagliagole, P.M. fa
risalire a Pio IX l’opera di “Purificazione” della Chiesa, circostanza che non
mi trova d’accordo visto che proprio Giovanni Maria Mastai Ferretti fu l’ultimo
Papa-Re, condottiero di eserciti e firmatario di condanne capitali che
mietevano le teste di briganti e mariuoli dello stato pontificio. Mi troverebbe
invece in sintonia far partire questa purificazione da Leone XIII che iniziò un
lungo processo di riflessione che, eccetto la parentesi restauratrice del
pontificato di Pio X, ha condotto, passando soprattutto dal Vaticano II voluto
da Giovanni XXIII, all’attuale dono dello Spirito che è Francesco.
Concordo con M.P. che le religioni non
sono tutte uguali. In effetti la violenza religiosa sembra essere più
concentrata nei monoteismi. Ebraismo, Cristianesimo e Islam hanno ispirato la
stragrande parte dei conflitti degli ultimi millenni. Dalla conquista della
Terra Promessa con le guerre mosse ai popoli confinanti da Giosuè, fino
all’attuale conflitto con i Palestinesi (discendenti di quei Filistei con cui
gli ebrei si scannano a vicenda da tremila anni). Dalla persecuzione subita dai
cristiani e ben presto ricambiata contro
pagani, eretici ed ebrei deicidi, passando per le crociate (Catari,
Musulmani, Sefarditi, Ugonotti, Valdesi, Calvinisti, Luterani etc etc).
Ribadisco che anche certi atteggiamenti laico-illuministi originano forme di
violenza nei confronti di chi professa un credo, si veda in tal senso le
recenti stupidaggini contro il crocifisso e i presepi nelle scuole.
Per ciò che concerne la violenza
anti-abortista preciso che l’articolo di apertura è nato pochi minuti dopo il
primo annuncio dell’assalto alla clinica americana, quando, a prima lettura,
tutti gli organi di informazione avevano dato un’interpretazione univoca
propendente per la pista religiosa. Che il movente sia un altro non può che
farmi piacere, ciò non esclude, però, che il fenomeno che denuncio sia reale:
sono decine gli assalti armati e le bombe scagliate contro strutture che
praticano aborti che hanno causato morti e feriti tra gli addetti sanitari. Di
questi delitti si sono macchiati integralisti cristiani che aderivano ad
associazioni quali “Army of God”, “Lambs of Christ” e via discorrendo. Ricordo
che queste ultime mie precisazioni non intendono affatto avvalorare l’aborto
come rimedio risolutivo di gravidanze indesiderate, bensì evidenziare la
presenta di posizioni di ortodossia violenta anche sul fronte cristiano. Infine,
accolgo il consiglio di lettura di P.M. riferito al titolo della Pellicciari,
anche se i precedenti lavori dell’autrice che denunciano complotti massonici
nella spedizione dei Mille col segreto fine di distruggere il Cattolicesimo mi
sembrano un po’ arditi.
Volevo poi rassicurare la signora R.R.,
le provocazioni sono solo sassi lanciati in uno stagno che smuovono l’acqua
creando scompiglio e stimolando reazioni. Tra l’altro, dovrebbe sapere, per prossimità familiari, quanto
a volte queste siano foriere di reazioni incontrollate. Lei ci suggerisce che
“se cercassimo di conoscere questo Dio-Amore e se ci sforzassimo di più a
seguire le orme di Gesù Cristo saremmo più vicini alla verità e quindi alla
soluzione.” Caspita le sembra un obiettivo a portata di mano? Sono duemila anni
che il buon Dio ci ha parlato di Lui facendoci conoscere il Figlio e non mi
pare che le cose siano o stiano andando tanto bene.
Il guaio è che, come ci suggerisce
S.R.G. parlare di religione è una cosa parlare di Fede è tutt’altro. Si può
negare che solo una piccola porzione di coloro che professano una religione e
ne praticano i riti, le liturgie e le pie devozioni, posseggano in realtà la
Fede? E quanti sono coloro che pur mantenendo le distanze da qualsivoglia
fenomeno religioso operano per il bene del prossimo irradiando,
inconsapevolmente, la luce della Fede vissuta? Non pensa che se tutti i
cristiani vissuti negli ultimi duemila anni fossero stati testimoni fedeli del
proprio credo oggi sul pianeta non ci sarebbe traccia di altre religioni? E se
questo non si è realizzato non c’è forse qualche responsabilità anche nella
Chiesa?
A questo punto dovrei tirare le somme e
dire come in realtà la penso, confessare che le forzature della provocazione
servivano solo a far venir fuori il commento risentito, impettito di altri
fratelli che condividono con me la “totale” appartenenza a Cristo,
un’appartenenza consapevole e non cieca. Una cosciente adesione al messaggio
evangelico intrisa di lucidità, obiettività, che non teme di scusarsi e chiedere
perdono per gli errori commessi. Che sa porsi in ascolto dell’altro, del
diverso, che sa abbracciarlo anche in forza di questa alterità. Ma, ahimè, c’è
chi mi ha preceduto riversando con un incantevole fluire di parole quei
sentimenti che avverto nel mio intimo, che disegnano quel grande affresco che
è, secondo il mio sentire, il corretto atteggiamento del seguace di Gesù
Cristo.
Grazie S.R.G. e buon anno anche a te e
agli altri interlocutori che hanno risposto al mio stimolo inaugurando questo
confronto che, se volete, può anche continuare, tanto Il Guglielmo gradisce
sempre.
Nino Di Sclafani
Fare a meno della religione? Interessante provocazione
che trova nelle stesse argomentazioni dell'estensore dell'articolo la propria
negazione. Che ci piaccia o no l'uomo è religioso nella sua identità più
profonda, non può fare a meno della "questione Dio "; e anche dove lo
nega compie un atto di fede (chi pretende di dimostrare che Dio non esiste e'
semplicemente un cialtrone). Così come non esiste società che non abbia i suoi
riti religiosi: basta pensare al mausoleo della mummia di Lenin o al culto di Mao
nella odierna Cina capital-comunista: togli Dio e metti su un piedistallo un
uomo da adorare. Lo stesso valeva due mila anni fa nel mondo romano:erano
tollerati tutti i riti e i culti, ma era intollerabile che si rifiutasse il
culto al l'imperatore/Dio. Come ha argomentato splendidamente Renee Girard,
scomparso di recente, il sacro e la violenza sono strettamente legati
attraverso il meccanismo del capro espiatorio che alle dinamiche di relazione
della società umana. Che pensare e che fare allora? Semplicemente seguire la
strada opposta.
Tornare a considerare le dimensione religiosa come un elemento essenziale della nostra vita individuale e collettiva e approfondirne la comprensione.
A partire ovviamente dalla nostra identità cristiana. Non tutte le religioni sono uguali e non tutte predicano la pace. Alla radice e al culmine dell'insegnamento di Gesu' Cristo c'è l'amore per il nemico e c'è il cammino della croce che rende possibile quello che è umanamente impossibile. Alla radice dell'islam, insieme ad altro, trovi l'insegnamento della jihad, che è, anche, guerra contro gli infedeli. In effetti il Cristianesimo è stato nella storia un salto di qualità che non ha paragoni, e gli stessi studi di Girard aiutano a comprenderlo. La civiltà occidentale ha prodotto tesori di solidarietà, di industriosità e di arte, e tutto questo scaturisce dal cristianesimo. Questo significa che anche in nome di Cristo non sono stati compiuti nella storia crimini orrendi? No di certo. Ma questi crimini non trovano nella dottrina alcuna giustificazione e molto raramente non hanno trovato nel papato, nel corso dei secoli, la loro condanna. Quest'ultima affermazione potra' scandalizzare chi sia imbevuto dei luoghi comuni imparati sui libri di testo delle nostre scuole o sugli articoli di tanta parte della stampa. Pregiudizi dei quali peraltro l'estensore, non si dimostra immune, per esempio quando attribuisce "l'ultima incursione mortale contro una clinica che pratica aborti" a "fanatici " pro-life, quando invece, dopo una prima titolazione in tal senso, i giornali hanno dovuto riconoscere che si è trattato dell'azione di uno squilibrato. Gli eventi recenti di aggressione bellica del fondamentalismo islamico, pongono sicuramente gravi problemi politici e militari, ai quali dovranno dare risposta le autorità, senza soggiacere, a mio parere, a un pacifismo imbelle. Ne' potra' essere considerata contraria alla dottrina cristiana una guerra di difesa, come quelle che l'Europa ha dovuto affrontare numerose volte nel corso dei secoli. Questi eventi possono essere per noi, soprattutto, l'occasione per una riscoperta e una purificazione della nostra identità, cosi come l'insegnamento incessante dei papi della nostra epoca ( risalendo almeno fino a Pio IX) l'ha manifestata.
A questo riguardo consiglio al nostro articolista in primis e a tutti i lettori il recente libro "Una storia della Chiesa", di Angela Pellicciari ed. Cantagalli, che ripercorre agilmente due millenni di storia aiutando il lettore a rivedere luoghi comuni negativi e soprattutto a riconoscere l'azione dello Spirito Santo nella guida della chiesa. (P.M. LETTERA FIRMATA
Tornare a considerare le dimensione religiosa come un elemento essenziale della nostra vita individuale e collettiva e approfondirne la comprensione.
A partire ovviamente dalla nostra identità cristiana. Non tutte le religioni sono uguali e non tutte predicano la pace. Alla radice e al culmine dell'insegnamento di Gesu' Cristo c'è l'amore per il nemico e c'è il cammino della croce che rende possibile quello che è umanamente impossibile. Alla radice dell'islam, insieme ad altro, trovi l'insegnamento della jihad, che è, anche, guerra contro gli infedeli. In effetti il Cristianesimo è stato nella storia un salto di qualità che non ha paragoni, e gli stessi studi di Girard aiutano a comprenderlo. La civiltà occidentale ha prodotto tesori di solidarietà, di industriosità e di arte, e tutto questo scaturisce dal cristianesimo. Questo significa che anche in nome di Cristo non sono stati compiuti nella storia crimini orrendi? No di certo. Ma questi crimini non trovano nella dottrina alcuna giustificazione e molto raramente non hanno trovato nel papato, nel corso dei secoli, la loro condanna. Quest'ultima affermazione potra' scandalizzare chi sia imbevuto dei luoghi comuni imparati sui libri di testo delle nostre scuole o sugli articoli di tanta parte della stampa. Pregiudizi dei quali peraltro l'estensore, non si dimostra immune, per esempio quando attribuisce "l'ultima incursione mortale contro una clinica che pratica aborti" a "fanatici " pro-life, quando invece, dopo una prima titolazione in tal senso, i giornali hanno dovuto riconoscere che si è trattato dell'azione di uno squilibrato. Gli eventi recenti di aggressione bellica del fondamentalismo islamico, pongono sicuramente gravi problemi politici e militari, ai quali dovranno dare risposta le autorità, senza soggiacere, a mio parere, a un pacifismo imbelle. Ne' potra' essere considerata contraria alla dottrina cristiana una guerra di difesa, come quelle che l'Europa ha dovuto affrontare numerose volte nel corso dei secoli. Questi eventi possono essere per noi, soprattutto, l'occasione per una riscoperta e una purificazione della nostra identità, cosi come l'insegnamento incessante dei papi della nostra epoca ( risalendo almeno fino a Pio IX) l'ha manifestata.
A questo riguardo consiglio al nostro articolista in primis e a tutti i lettori il recente libro "Una storia della Chiesa", di Angela Pellicciari ed. Cantagalli, che ripercorre agilmente due millenni di storia aiutando il lettore a rivedere luoghi comuni negativi e soprattutto a riconoscere l'azione dello Spirito Santo nella guida della chiesa. (P.M. LETTERA FIRMATA
Devo confessare che non ho capito la provocazione
dell’autore dell’articolo. Fa un’analisi molto precisa della situazione
internazionale e di alcune cause del fanatismo religioso e poi ci propone una
soluzione assurda. Che sbagliamo qual cosa è lampante ma forse se cercassimo a
conoscere questo Dio-Amore e se ci sforzassimo di più a seguire le orme di Gesù
Cristo saremmo più vicini alla verità e quindi alla soluzione.
Non credo che l’autore dell’articolo si riferisca agli esperimenti marxisti dell’eliminazione della religione dalla vita dei popoli in nome di uno slogan del suo fondatore che diceva la “Religione è l’oppio del popolo”. Io ho vissuto l’ateismo militante di Stato insieme alla mia famiglia e i miei amici in prima persona. Posso assicurare che non è una soluzione né contro la nostra cupidigia né contro il nostro egoismo. Suppongo che anche l’autore ne ha già sentito o letto abbastanza per non fare questo errore. Cosa intende quindi con la sua proposta di “eliminare religione dalla nostra vita?” Gradirei una spiegazione più dettagliata.
Io non potrei fare a meno della religione – non solo per la mia professione - e dopo aver studiato (certo non vissuto) le altre grandi religioni trovo che la religione cattolica non è “una versione alternativa” a quell’ ”Entità di Amore” di cui parla l’autore. Anzi mi aiuta ad avvicinarmi a Lui e il Magistero della Chiesa cattolica mi guida nelle mie scelte e nella mia vita. Sono io che ho dei limiti e non realizzo pienamente ciò che mi insegna. (R.R. lettera firmata)
Non credo che l’autore dell’articolo si riferisca agli esperimenti marxisti dell’eliminazione della religione dalla vita dei popoli in nome di uno slogan del suo fondatore che diceva la “Religione è l’oppio del popolo”. Io ho vissuto l’ateismo militante di Stato insieme alla mia famiglia e i miei amici in prima persona. Posso assicurare che non è una soluzione né contro la nostra cupidigia né contro il nostro egoismo. Suppongo che anche l’autore ne ha già sentito o letto abbastanza per non fare questo errore. Cosa intende quindi con la sua proposta di “eliminare religione dalla nostra vita?” Gradirei una spiegazione più dettagliata.
Io non potrei fare a meno della religione – non solo per la mia professione - e dopo aver studiato (certo non vissuto) le altre grandi religioni trovo che la religione cattolica non è “una versione alternativa” a quell’ ”Entità di Amore” di cui parla l’autore. Anzi mi aiuta ad avvicinarmi a Lui e il Magistero della Chiesa cattolica mi guida nelle mie scelte e nella mia vita. Sono io che ho dei limiti e non realizzo pienamente ciò che mi insegna. (R.R. lettera firmata)
Caro Nino, permettimi di darti del tu, anche se non ci
conosciamo : mi viene più facile conversare e discutere con un amico, che farlo
accademicamente ... Il tuo articolo, lucido e "imparziale", offre un
panorama del mondo a 360 gradi, c'è dentro tutto!
Io ho sempre istintivamente respinto certe letture della realtà basate sulla "dietrologia", perchè mi sembrano figlie della cultura del sospetto che, come un cancro sta avvelenando ogni nostro rapporto e ogni nostro giudizio. Credo di poter riassumere quanto tu hai detto in questo : i grandi poteri, per i loro grandi interessi, commerciali e non, si servono della religione per scatenare guerre e terrore . Niente religione, niente guerre ? Non credi che a queste terribili 'eminenze grigie' sarebbe facilissimo trovare altri motivi, altri pretesti per orientare le nostre scelte, per influire sul nostro sentire? Pensiamo semplicemente a Hitler: non si è servito della religione, ma dell' ideologia della supremazia razziale. E argomenti per dare un volto alle nostre paure, per scatenare la nostra aggressività contro un nemico facilmente identificabile, se ne possono trovare a iosa. Il fatto è che in guerra ci siamo, solo l'ingenua ipocrisia dei nostri governanti pensa che basti non nominarla, la parola 'guerra', per scongiurare un conflitto. In guerra ci siamo. Ed è verissimo che ogni religione, purtroppo anche la mia, io sono (o meglio vorrei essere davvero) cristiana cattolica, si è macchiata di crimini orrendi, odiando e perseguitando.
È altrettanto vero che, come hai scritto tu, esiste un laicismo ad oltranza, che ha in odio ogni slancio metafisico e che è più confessionale e più integralista della religione stessa. A me piace più parlare di fede che di religione. Religione mi sa di regole, precetti, dogmi rigidi. Fede mi sa di cuore, di cambiamento di vita, di amore ad un Dio che "atterra e suscita, che affanna e che consola" per dirla col Manzoni. Perchè vedi, non si può spiegare tutto... la nostra vita nasce, scorre e finisce nel mistero ... anche di Dio sappiamo poco, non lo possediamo, non possediamo la Sua Verità, come purtroppo invece a volte le suddette 'eminenze grigie' vorrebbero farci credere... Sappiamo solo quello che ci ha detto di lui, Gesù. Sappiamo che ama, alla follia, al punto da spogliare sè stesso, e da nascere e morire, Lui Dio , che nemmeno l'Universo può contenere , per la Sua grandezza.Lui , l'Eterno, fuori dal tempo. Lui, lo Spirito che anima ogni cosa...No, non è senza la religione che si fermano le guerre, non è spogliando l’umanità del suo anelito all’ Infinito. Non è appiattendo tutto in un confuso, asettico senso religioso e umanitario che si superano le differenze. Non è , per noi europei , che il dimenticare le nostre origini cristiane ci renderà più’ simpatici’ ai musulmani.
È invece l’essere così sicuramente radicati nel nostro credo , da non aver bisogno di guerre per affermarlo. Essere così convinti di quello che professiamo, da non aver paura di confrontarci con chi la pensa diversamente. È facendo guerra al nostro impaurito orgoglio, è fidandoci di Dio, è facendoci intridere dal Suo modo di amare. Non è senza la religione, ma facendo guerra alla religione del consumismo, del profitto , del piacere, della supremazia. Scusa il lungo sproloquio. Buon anno! (S.R.G. Lettera firmata)27.12.2015
Io ho sempre istintivamente respinto certe letture della realtà basate sulla "dietrologia", perchè mi sembrano figlie della cultura del sospetto che, come un cancro sta avvelenando ogni nostro rapporto e ogni nostro giudizio. Credo di poter riassumere quanto tu hai detto in questo : i grandi poteri, per i loro grandi interessi, commerciali e non, si servono della religione per scatenare guerre e terrore . Niente religione, niente guerre ? Non credi che a queste terribili 'eminenze grigie' sarebbe facilissimo trovare altri motivi, altri pretesti per orientare le nostre scelte, per influire sul nostro sentire? Pensiamo semplicemente a Hitler: non si è servito della religione, ma dell' ideologia della supremazia razziale. E argomenti per dare un volto alle nostre paure, per scatenare la nostra aggressività contro un nemico facilmente identificabile, se ne possono trovare a iosa. Il fatto è che in guerra ci siamo, solo l'ingenua ipocrisia dei nostri governanti pensa che basti non nominarla, la parola 'guerra', per scongiurare un conflitto. In guerra ci siamo. Ed è verissimo che ogni religione, purtroppo anche la mia, io sono (o meglio vorrei essere davvero) cristiana cattolica, si è macchiata di crimini orrendi, odiando e perseguitando.
È altrettanto vero che, come hai scritto tu, esiste un laicismo ad oltranza, che ha in odio ogni slancio metafisico e che è più confessionale e più integralista della religione stessa. A me piace più parlare di fede che di religione. Religione mi sa di regole, precetti, dogmi rigidi. Fede mi sa di cuore, di cambiamento di vita, di amore ad un Dio che "atterra e suscita, che affanna e che consola" per dirla col Manzoni. Perchè vedi, non si può spiegare tutto... la nostra vita nasce, scorre e finisce nel mistero ... anche di Dio sappiamo poco, non lo possediamo, non possediamo la Sua Verità, come purtroppo invece a volte le suddette 'eminenze grigie' vorrebbero farci credere... Sappiamo solo quello che ci ha detto di lui, Gesù. Sappiamo che ama, alla follia, al punto da spogliare sè stesso, e da nascere e morire, Lui Dio , che nemmeno l'Universo può contenere , per la Sua grandezza.Lui , l'Eterno, fuori dal tempo. Lui, lo Spirito che anima ogni cosa...No, non è senza la religione che si fermano le guerre, non è spogliando l’umanità del suo anelito all’ Infinito. Non è appiattendo tutto in un confuso, asettico senso religioso e umanitario che si superano le differenze. Non è , per noi europei , che il dimenticare le nostre origini cristiane ci renderà più’ simpatici’ ai musulmani.
È invece l’essere così sicuramente radicati nel nostro credo , da non aver bisogno di guerre per affermarlo. Essere così convinti di quello che professiamo, da non aver paura di confrontarci con chi la pensa diversamente. È facendo guerra al nostro impaurito orgoglio, è fidandoci di Dio, è facendoci intridere dal Suo modo di amare. Non è senza la religione, ma facendo guerra alla religione del consumismo, del profitto , del piacere, della supremazia. Scusa il lungo sproloquio. Buon anno! (S.R.G. Lettera firmata)27.12.2015
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