domenica 14 giugno 2015

I FUORIUSCITI

Ezio Spataro è sulla buona strada per diventare un "fuoriuscito". Qui ci vorrebbe la sapienza del suo amico, oggi marsalese, per spiegarci il fenomeno. Pochissimi ritornano altri si autoesiliano , altri ancora si nascondono a Palermo e fanno puntatine in campagna dove si nutrono di raggia e rancore. Qualcun altro da "satiro" diventa rancoroso ... Sto da qualche anno aspettando che il nostro "maggior maestro in poesia" ne spieghi le ragioni e sarei disposto ad accettare che si faccia aiutare da Sciassia, Gramsci e Pasolini. Il paese accetta "saccenti" in politica , ma rifiuta le "energie di ritorno". Non  regge il confronto e li rifiuta. La speranza sui giovani è miseramente fallita perchè "allevati"  alla catena. Persino le tecnologie moderne hanno fallito. Se ne fa un uso improprio che non costruisce nulla.

Cosi Ezio Spataro rischia di assuefarsi a Milano... Ma basta però stuzzicarlo sollecitarlo , toccarlo e lui "ritorna" ...e questo ci lascia aperta la speranza che non faccia la fine degli altri... che non abbocchi nel giudizio dei paesani "a matula" . Rimani coraggioso, amico mio e questa poesia dedicata per te a tuo padre, per me a quel Totò Randazzo "spadaccino" che impari a difendere le sue qualità e non si perda la parte migliore di se ! 

 

160 primavere

Nino Spataro e Totò Randazzo

























In occasione della presentazione del nuovo libro di Totò Randazzo voglio dedicare a lui e mio padre, suo amico di infanzia, questi versi in siciliano che scrissi qualche anno fa.




Me patri picciriddu
ioca cu la spata
mmenzu di na strata

sapi moviri li ita
e iucari cu la vita
me patri sicculiddu

ioca a cchiappareddu
e sata u scaluneddu
tira la ciunna
e ampeca na palumma
stu me patri tintuliddu

Nta lu mmernu e la staciuni
porta un curtu cavusiddu
Si!! Chiddu è me patri picciriddu
ma l'ha taliari di vicinu
picchì è veru finuliddu.

Poi scumparì comu n'ariddu
me patri picciriddu
o forsi vulà comu un cardiddu
e comu fici sapiddu!!
(Ezio Spataro)

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