sabato 13 giugno 2015

CAMPIONI DEL MONDO

CAMPIONI
DEL
MONDO
Dalla favarella al tetto del mondo
Armilla e Chelita hanno portato sul tetto del mondo Salvatore Muratore e Alessandro Lo Faso.
Mi alzo prestissimo e mi avvio verso quella Cattedrale nel deserto che è la Fiera di Milano-Rho. E’ la solita architettura di immensi capannoni dove improvvisati architetti hanno previsto tutto tranne le cose essenziali che ti permettono di sopravvivere per tre giorni stando in piedi. Che ne sarà di questo parallelepipedo dopo la Expo lo sanno solo i politici, unici capaci di inventarsi un utilizzo fatuo. Dopo alterne peripezie create appunto per rifilarti multe e posteggi raggiungiamo il capannone 15 e il ring 43 e subito troviamo il Lo Faso impegnato in una animata discussione con un pugliese e un napolitano che a sentirli sembrano di origini marinesi perché non gli va bene nulla, dalla giuria agli spazi, dai cani agli assistenti. Il Lo Faso fa le parti del Paladino difendendo il sistema che bene o male ha portato in questo campionato del mondo migliaia di cani e tre volte tante persone. Il Muratore non trapela emozioni. Registra selezioni, vittorie e posizionamenti con una freddezza a tutti sconosciuta. I due si sciolgono davanti i loro cani. Ho visto il Lo Faso dare 75 baci alla moglie contro 63 ai cani, il Muratore mentendo sapendo di mentire diceva che si trattava di sudore ma invece erano lacrime.
Non si vince ad un campionato del mondo improvvisando. Dietro c’è tantissimo lavoro ,sacrifici investimenti. Siamo confusi fra centinai di razze canine e i giudici debbono “scegliere” i migliori. Centinaia di passeggiate come sfilate di modelle curatissime elegantissime perfette nella forma e nel fisico. Quando il giudice assegna un titolo scatta prima la foto poi un caos di baci e abbracci che veramente dimostra che il cane è il migliore amico dell’uomo.
Questi due marinesi sostenuti dalle loro compagne sono in simbiosi con i loro cani e portarsi a casa questi due titoli mondiali dopo aver superato selezioni severissime dimostrano ancora una volta che la classe non è acqua.

Nessun commento:

Posta un commento