mercoledì 17 settembre 2014

ASPETTANDO EZIO SPATARO

Sole dirsi che i poeti danno la parte migliore di se nel dolore. Vale anche per gli scrittori e basti pensare a Poe e Salgari per capire come possa un animo tormentato trasferire nella poesia o in uno scritto pathos e sentimenti. Ma sole anche subito dopo “partecipare” gli altri tutto questo anche per liberare l’animo. Dopo giorni e giorni di abbuffate poetiche (ci sarà uno che ne ricorda una di poesia ?) , dopo aver capito che sarà difficile apportare modifiche alla struttura di un premio che costa anche ad altri (penso alle rinunzie che la Fondazione dovrà fare avendo investito troppo su questo evento). Come penso alla forte reazione di molti esponenti la banda e l’orchestra ( Maestro Pepe, vada da San Ciro…) che mi invitano a prendere “dura” posizione verso la Fondazione che si avvia ad un ennesimo disastro economico, come se le mie “dure” posizioni sortissero effetti in un ambiente “a matula” dove la risposta ti viene data con la continua esposizione , di mussoliniana memoria, di un duce che presto sarà un mese che ci appare come usava fare Mao , Mussolini o Manumanca per non citare altri.
Aspettando Ezio Spataro viviamo di mediocrità che non ci fa sorridere , ma ridere piangendo !

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