martedì 15 aprile 2014

STORICO PER CASO

Se non fosse per la monotonia dei temi che siamo costretti a trattare, “l’appello” lanciato dallo smarrito arch. Pier Giuseppe Sciortino , già altre volte apprezzato per motivi umanitari non meriterebbe commento. Primo perché in altri luoghi a cominciare dall’assessore alla cultura per finire ai due blog interessati avrebbero aperto un minimo di dialogo in una comunità dove persino la cultura è relegata sempre a badanti da trentanni pedanti vestali e chierichetti ritardati. Al nostro arch. Che avrebbe dovuto invitare al referendum quella Corleone che permise la presa di Palermo con la “trappola” tesa dal “miliardario Garibaldi” al “corrotto secondo esercito del mondo”. Ora l’aver letto qualche libretto “contro” ci fa diventare studioso un architetto che esce dal seminato cosi frettolosamente riprendendo quella recente teoria del “massone” Garibaldi che deve pagare l’affronto della presa di Roma “ridimensionando” il potere temporale dei papi o della Chiesa. Questa tesi è portata avanti da qualche anno da Angela Pellicciari (vedi I panni sporchi dei mille e Risorgimento da riscrivere e altri). Un altro negli anni settanta (1972 Carlo Alianello La conquista del Sud Rusconi) rimpiange quello che non gli appartiene per non parlare del diario del Cappellano don Buttà che segui il peregrinare dei reali borboni in una drammatica testimonianza e ancora più recente Claudio Fracassi Il( romanzo dei Mille della Mursia) per non parlare delle oltre 1000 pagine in tre volumi delle Memorie di Giacomo Margotti. Citazioni più appropriate di quelle del Manzoni e dei suoi bravi o dei mafiosi che dovunque li metti ci stanno sempre bene. Per non parlare di quella scatola vuota della Ficuzza mai citata da nessuno testo di architettura che si rispetti, proprio nel campo del nostro promulgatore di referendum. La storia , questa storia, si può scrivere in mille modi cioè più o meno come hanno fatto i mille di Garibaldi. Se può aiutare il nostro a trovare pace gli ricordo che a Calatafimi morirono “solo sette garibaldini” mentre noi siciliani eravamo sulle alture a guardare come andava a finire…. E quando il “bandito Garibaldi” passò da Marineo i nostri vecchi gridarono viva la calia perché non sapevano cosa fosse Viva l’Italia. A Bronte come in altri posti si è verificato quello che successe con il fascismo , il nazismo e i bolscevichi. Per non parlare di inquisizione e via andare indietro. Cosa voglia dimostrare il promotore del referendum ci sfugge e ci saremmo aspettati da lui risposte a certi quesiti che riguardano il suo lavoro a cui mai nessuno ha dato risposta mentre lui pretende “verità” storiche che dopo 150 anni aspettano chiarimenti “logistici” di come avvennero i fatti. Questa meraviglia economica del regno del sud è ancora tutta da dimostrare e se sono bastati 1000 sbandati con camicia rossa a far fuori la seconda potenza del mondo temiamo che questa potenza era composta da certi storici avventati, sino ad oggi a noi sconosciuti, ma che aspettiamo di apprezzare non come lettori di libretti ma proponendoci tesi discutibili. Dubito che ciò sia possibile in una comunità dove la cultura è gestita da “una mentalità mafiosa” ridotta a prostituzione. Dai architetto visto che ha aperto le danze ora organizzi il veglione

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